Sono molte le novità per la stagione entrante e tra queste una rinnovata dimensione editoriale per la piattaforma on line del nostro settore giovanile. Da sabato 1° settembre Beplayer si trasferisce, con tutto il suo "storico" di 8 stagioni di articoli, cronache e commenti, in una specifica sezione dedicata al Settore Giovanile su www.basketravenna.it. Sarà sempre possibile accedere alle pagine fisse con le info di primaria necessità tramite una tendina che si apre automaticamente andando col cursore sul pulsante "SETTORE GIOVANILE", mentre col "doppio click" si accederà alle news e agli articoli. La nuova location editoriale permetterà di collegare in modo molto più efficace articoli e contenuti multimediali: grazie anche a questo cercheremo di offrire un supporto ancora più interessante per raccontare la quotidianità e le emozioni di tutti i nostri e le nostre players!
31 agosto 2018
22 giugno 2018
Report da Bormio
Davide Bellini #20, Lorenzo Morigi ultimo a dx |
Al Trofeo Bulgheroni di Bormio si è concluo il girone di classificazione e le 4 rappresentative regionali si apprestano a disputare oggi le semi-finali con Davide Bellini e coach Lorenzo Morigi protagonisti. Nella prima giornata la Lombardia ha superato di misura il Piemonte 53-51, mentre l'Emilia Romagna è stata sconfitta dal Veneto 63-84. Il secondo round di incontri ha visto i nostri uscire sconfitti dal match con la Lombardia 61-73, mentre il Veneto ha piegato il Piemonte ai tempi supplementari. Ieri invece primo successo per i nostri che hanno sconfitto il Piemonte 61-57, mentre la Lombardia, superando il Veneto, si è aggiudicata a punteggio pieno la fase di classificazione. Il nostro Davide Bellini sta disputando un ottimo torneo segnalandosi come uno dei punti di forza della Selezione Regionale. Davide e compagni, classificatisi terzi al temine del girone, sfideranno quest'oggi in semifinale il Veneto: in palio la finalissima di domani!
17 giugno 2018
Gli U16 terzi al 3x3 Regionale!
Si sono svolte oggi al CRB di Bologna le Finali Regionali di 3x3, alle quali ha partecipato il nostro quartetto U16L, già vincitore della fase provinciale disputata ad inizio maggio. Nella fase a gironi i nostri hanno superato Fulgor Fidenza, Pico Modena e Cesenatico, sconfitti solamente dalla Pol. Masi Casalecchio; in semi-finale lo scoglio più duro è stato affrontare una compagine ben rodata in eccellenza e vincitrice finale come la Vis 2008 Ferrara, che prevalendo di 6 nello scontro diretto coi nostri ci ha "relegato" ad una inaspettata ed entusiasmante finale 3/4° posto contro i competitivi ragazzi di Monte San Pietro. Finalina vinta con ampio margine e meritatissimo terzo posto regionale per il quartetto capitanato da Amedeo Zacchi (#23), con Mattia Fumolo (#6), Giovanni Rinchiuso (#11) e Lorenzo Dracini (#34), più Jack Ravaioli al seguito nel ruolo di manager. Bravi ragazzzi!!!
3 giugno 2018
Go Davide go!!!
Davide Bellini è stato convocato dal Settore Tecnico Regionale tra i 12 atleti classe 2005 che rappresenteranno l'Emilia Romagna al Trofeo Bulgheroni che come tradizione si svolgerà a Bormio, in Valtellina, dal 19 al 24.06. Sia per Davide, reduce da una stagione in grande crescita sia in U13L che in U14L, che per tutto il Basket Ravenna è una grande soddisfazione. Giocare in questo tipo di manifestazioni è un'opportunità di verifica e di confronto davvero speciale: Davide dovrà dare il meglio di sé per onorare la maglia della nostra regione, ma non sarà solo: sarà sospinto dal tifo "a distanza" di tutta la nostra grande famiglia...
Go Davide go!!!
30 maggio 2018
Festa di fine stagione Junior Basket Ravenna
Un'altra stagione si chiude, e lo fa in bellezza con una grande festa che lo scorso sabato 26 Maggio ha unito tutta la nostra famiglia composta dagli oltre 400 tesserati, dai più piccoli ai più grandi, in una 8 ore di basket non-stop presso la palestra Morigia, all'insegna del divertimento, del gioco e, perché no, della celebrazione!
Basket No Borders |
Insieme ai ragazzi hanno partecipato anche il presidente Roberto Vianello e coach Antimo Martino, oltre ad alcuni componenti della prima squadra, e sono state premiate le squadre che durante la stagione si sono distinte per i risultati agonistici. Il momento più significativo è stata la 3a edizione di "Basket Ravenna No Borders: the inclusive match", partita simbolo della grande funzione sociale che il basket può avere nel formare i ragazzi traducendo in valori concreti i principi di inclusione e cittadinanza, per raccontare la quale prendiamo in prestito le parole di Enrico Pasini di Panorama Basket che è venuto a trovarci:
"Cos'è BasketNoBorders? È il bello del nostro sport. È una partita nella quale un settore giovanile come quello del Basket Ravenna Piero Manetti si diverte a mettere di fonte i suoi ragazzi italiani e quelli con doppio passaporto o nazionalità straniera. La partita, però, è solo una scusa per unirsi in un grande abbraccio nel quale non conta se sei di Ravenna oppure spagnolo, senegalese, romeno, albanese, filippino, serbo. Sei un ragazzo che vive la vita e il basket con gioia e passione. Sei parte di un'unica, grande famiglia. Quella umana. Quella del basket che confini non ne ha. Tanto meno barriere. E infatti il match è finito 74-74... No Borders SEMPRE!"
Grazie a tutti voi, ragazze e ragazzi, e alle vostre famiglie, che ogni giorno ci trasmettete energia e passione nel condividere l'amore per questo sport meraviglioso !!
Gli U13L vincitori al Papini |
Il settore agonistico femminile: U18F - U16F - U14F |
Gli U14L miglior difesa del Girone B |
Power Basket June 2018
Presentiamo l'attività estiva di Basket June che abbiamo deciso di proporre questa estate, che sarà incentrata nello sviluppo delle capacità atletiche individuali, sempre più importanti per essere competitivi nel nostro sport, e nel perfezionamento e consolidamento della tecnica di tiro.
Richiedendo entrambe le attività una continuità di lavoro nel medio termine, l'idea è quella di proporre un programma da seguire per il suo intero percorso di 4 settimane per un totale di 12 sedute a giorni alterni, al fine di avere il massimo beneficio. La parte fisica sarà sviluppata da Davide Benazzi, quella sul tiro da Francesco Taccetti.
È una grande opportunità per prepararsi alla prossima stagione ai massimi livelli, non lasciatevela sfuggire!
Per maggiori INFO contattare:
Francesco 328-9141032
Davide 338-4743209
22 maggio 2018
Partita #503
21 maggio 2018. Russi. U16F. Alessia tocca una palla nella nostra area e si butta a terra insieme ad un avversaria nel tentativo di completare il recupero. La Manu vede tutto e dalla linea di tiro libero, con un tuffo da portiere di calcio si precipita anche lei sul pallone. Parte una lotta intensissima che dura almeno un paio di interminabili secondi perché nessuna riesce ad afferrarla completamente. Poi d'incanto, come la palla ovale nel rugby viene liberata dal pacchetto di mischia, Alessia riesce, da terra, a "sprizzare" la palla verso Asia appostata ad un metro di distanza che scappa via in palleggio. Alessia e Manu, rimaste a terra incastrate una con l'altra, si aiutano reciprocamente a rimettersi in piedi e ridono divertite. Mancano 10" alla sirena, era la palla della vittoria. Una finale?!? Proprio no, era partita di centro classifica della Coppa Emilia Romagna, il torneo di consolazione per chi non approda ai play off. Ultima di campionato e della stagione non solo per l'U16F, ma per tutte le nostre 20 squadre targate JBK: 503 partite in cui abbiamo cercato di mettere in campo quei valori che solo lo sport sa trasmettere a prescindere dal significato agonistico della gara. Quei valori di cui Manu ed Alessia sono state in questo episodio l'autentico spot vivente. Grazie quindi a tutti i nostri 430 atleti per averci provato sempre, grazie a tutti i nostri genitori per averli supportati ed incoraggiati con sportività e misura, grazie a tutto lo staff per la passione, la competenza e l'energia con cui li hanno sostenuti in queste 503 occasioni di questa splendida stagione 2017/2018. Ed ora, tutti sabato 26 a Morigia per una festa finale degna di tutto ciò!
21 maggio 2018
Not in my house!
(Pensieri in libertà dopo che la squadra JBK U14L ha conquistato il record di miglior difesa del girone B, con 1361 punti subiti in 24 partite, giocando a zona...)
Conobbi sul campo la zona nella stagione '87/'88... Ero 21enne, fresco di patentino di Allenatore Nazionale; avevo appena terminato la formazione specifica come istruttore di settore giovanile risultando, dopo un triennio, terzo a livello nazionale dietro nientemeno che Luca Banchi e Franco Ciani... mi sentivo di toccare il cielo del basket con un dito! Mi avevano chiamato ad allenare a Modena, alla Città dei Ragazzi, il gruppo classe '72 che aveva appena vinto il titolo regionale Allievi (gli attuali U15) e si apprestava a giocare nella categoria Cadetti (ora sarebbe U17) il campionato d'Eccellenza. La prima giornata di campionato giocammo contro la Virtus Bologna, che era allenata da un giovane di sicuro avvenire, Ettore Messina. Primo tempo equilibrato, ce la stavamo cavando bene per essere completamente sotto età. Poi, rientrati dagli spogliatoi cambiò la musica: Ettore mise i suoi a zona e il nostro attacco, fatto di tanta individualità in 1c1, si stampò contro il muro umano bianconero. Perdemmo di 40: per una squadra abituata ad essere competitiva in assoluto fu uno choc. Io di quel sabato ricordo la mia frustrazione totale per essere stato incapace di dare ai miei la benché minima indicazione di come orientarsi di fronte a quella situazione per loro (ed anche per me) completamente nuova. Il giorno dopo andai a vedere una partita della squadra che in regione giocava la miglior pallacanestro a detta di tutti, l'Andrea Costa di Lino Bruni che vinse imbattuta la serie C facendo, grazie alla ristrutturazione dei campionati nazionali, il clamoroso balzo di 2 categorie nella stessa stagione, dalla C2 alla B2, appunto, ed iniziando quel glorioso percorso che portò Imola fino all'A1. Presi appunti su come quella squadra attaccasse mirabilmente la zona usando le spaziature, la circolazione di palla e le finte di passaggio. Mi si aprì un mondo, che dal lunedì successivo, col capo cosparso di cenere, portai immediatamente in palestra. Dopo alcuni anni di sperimentazione offensiva, mi sarebbe piaciuto approfondire anche gli aspetti difensivi del sistema "zona". Avevo più volte affrontato da vice allenatore in serie B uno che della zona faceva la sua arma fondamentale, quel Dado Lombardi capace di portare in serie A, e sempre contro di noi imolesi, prima Verona poi Siena. La solidità difensiva delle sue squadre mi affascinava, preparare la partita contro la sua difesa era un vero rompicapo. Decisi di formarmi alla fonte: iniziai a registrare tutte le partite NCAA che la tv degli anni '90 passasse. Internet era agli albori e non permetteva ancora di condividere video con la facilità di oggi, allora i filmati ce li si scambiava con le videocassette VHS e li si vedeva unicamente attraverso i videoregistratori. Guardai diverse partite dei College USA, finché non mi imbattei nella Temple University di coach Chaney e nel suo sistema difensivo a zona, il fantomatico "the thing", "la cosa"... "Quello!" mi dissi, "è quello che voglio mettere in campo": c'era grande pressione sulla palla, ai giocatori era richiesta tanta abilità tecnica per lavorare sulle linee di passaggio e sugli attaccanti in area, ma anche competenze tattiche ed una grande capacità di anticipazione di ciò che l'attacco stava per fare... Sperimentando, di lì a qualche anno ho acquisito visione, metodologia, e sicurezze tecnico tattiche su quel sistema difesivo. Ma fu nel 2006 a Pontevecchio che quella difesa divenne per la prima volta "la difesa": non un'alternativa tattica in cui rifugiarsi in caso di bisogno, come fece quel fatidico sabato Ettore a Modena per mettere "in freezer" un branco di ragazzini virtuosi nell'1c1, ma un vero e proprio sistema difensivo capace di condizionate per tutti e 40' i minuti l'avversario a prescindere dalle sue qualità. Una spinta decisiva
Conobbi sul campo la zona nella stagione '87/'88... Ero 21enne, fresco di patentino di Allenatore Nazionale; avevo appena terminato la formazione specifica come istruttore di settore giovanile risultando, dopo un triennio, terzo a livello nazionale dietro nientemeno che Luca Banchi e Franco Ciani... mi sentivo di toccare il cielo del basket con un dito! Mi avevano chiamato ad allenare a Modena, alla Città dei Ragazzi, il gruppo classe '72 che aveva appena vinto il titolo regionale Allievi (gli attuali U15) e si apprestava a giocare nella categoria Cadetti (ora sarebbe U17) il campionato d'Eccellenza. La prima giornata di campionato giocammo contro la Virtus Bologna, che era allenata da un giovane di sicuro avvenire, Ettore Messina. Primo tempo equilibrato, ce la stavamo cavando bene per essere completamente sotto età. Poi, rientrati dagli spogliatoi cambiò la musica: Ettore mise i suoi a zona e il nostro attacco, fatto di tanta individualità in 1c1, si stampò contro il muro umano bianconero. Perdemmo di 40: per una squadra abituata ad essere competitiva in assoluto fu uno choc. Io di quel sabato ricordo la mia frustrazione totale per essere stato incapace di dare ai miei la benché minima indicazione di come orientarsi di fronte a quella situazione per loro (ed anche per me) completamente nuova. Il giorno dopo andai a vedere una partita della squadra che in regione giocava la miglior pallacanestro a detta di tutti, l'Andrea Costa di Lino Bruni che vinse imbattuta la serie C facendo, grazie alla ristrutturazione dei campionati nazionali, il clamoroso balzo di 2 categorie nella stessa stagione, dalla C2 alla B2, appunto, ed iniziando quel glorioso percorso che portò Imola fino all'A1. Presi appunti su come quella squadra attaccasse mirabilmente la zona usando le spaziature, la circolazione di palla e le finte di passaggio. Mi si aprì un mondo, che dal lunedì successivo, col capo cosparso di cenere, portai immediatamente in palestra. Dopo alcuni anni di sperimentazione offensiva, mi sarebbe piaciuto approfondire anche gli aspetti difensivi del sistema "zona". Avevo più volte affrontato da vice allenatore in serie B uno che della zona faceva la sua arma fondamentale, quel Dado Lombardi capace di portare in serie A, e sempre contro di noi imolesi, prima Verona poi Siena. La solidità difensiva delle sue squadre mi affascinava, preparare la partita contro la sua difesa era un vero rompicapo. Decisi di formarmi alla fonte: iniziai a registrare tutte le partite NCAA che la tv degli anni '90 passasse. Internet era agli albori e non permetteva ancora di condividere video con la facilità di oggi, allora i filmati ce li si scambiava con le videocassette VHS e li si vedeva unicamente attraverso i videoregistratori. Guardai diverse partite dei College USA, finché non mi imbattei nella Temple University di coach Chaney e nel suo sistema difensivo a zona, il fantomatico "the thing", "la cosa"... "Quello!" mi dissi, "è quello che voglio mettere in campo": c'era grande pressione sulla palla, ai giocatori era richiesta tanta abilità tecnica per lavorare sulle linee di passaggio e sugli attaccanti in area, ma anche competenze tattiche ed una grande capacità di anticipazione di ciò che l'attacco stava per fare... Sperimentando, di lì a qualche anno ho acquisito visione, metodologia, e sicurezze tecnico tattiche su quel sistema difesivo. Ma fu nel 2006 a Pontevecchio che quella difesa divenne per la prima volta "la difesa": non un'alternativa tattica in cui rifugiarsi in caso di bisogno, come fece quel fatidico sabato Ettore a Modena per mettere "in freezer" un branco di ragazzini virtuosi nell'1c1, ma un vero e proprio sistema difensivo capace di condizionate per tutti e 40' i minuti l'avversario a prescindere dalle sue qualità. Una spinta decisiva
Con Ettore Zuccheri alla consegna del "Papini" |
in questo passaggio la devo a Ettore Zuccheri, grande saggio della pallacanestro bolognese (premio Papini alla carriera come istruttore giovanile nel 2016), divulgatore come pochi di esercizi e concetti per la formazione dei giocatori, con cui ebbi la fortuna di collaborare durante il biennio @ PV. Ettore teorizzava una formazione del giocatore partendo proprio dal gioco a zona e accolse con grande entusiasmo quella che lui definì la "difesa Massari". Sempre in quel magico periodo, i "Giganti del Basket", la rivista mensile di tecnica allora più in voga, pubblicò in due puntate un mio articolo su "i presupposti del gioco a zona", in cui gli elementi difensivi che proponevamo erano analizzati e sviluppati nella loro progressione didattica. Fu una grande opportunità quella per affermare il gioco a zona come sistema formativo e non come espediente tattico per vincere una partita. Oggi, a distanza di oltre 10 anni, quella difesa mi ha seguito ovunque: posso dire con certezza che chi si è formato giocando questo sistema difensivo, poi ha saputo diventare eccellente specialista a livello senior anche nella difesa individuale perché, contrariamente alle zone "speculative", la base del sistema è assolutamente la tenuta in 1c1.
Mi capirete quindi, perché vivo davvero in modo speciale quello di cui i miei ragazzi U14 mi hanno reso partecipe: "Mauri, la Virtus Bologna nell'ultima di campionato a Vis 2008 Ferrara ha subito più di 55 punti: siamo la miglior difesa del girone B..." L'umiltà è una strada virtuosa ma impervia, richiede grandi conferme. Ai boys predico umiltà e coraggio come qualità imprescindibili per diventare giocatori: solo così una squadra "di quartiere" come quella CdR Modena del 1988, come quella PV Bologna del 2006 o come questa JBK Ravenna del 2018 possono competere con le migliori squadre italiane e coltivare il proprio sogno. La zona?!? In tutto questo solo un insignificante dettaglio...
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