31 gennaio 2016

GiardoDIARIO8: DAY BY DAY

Uh, finalmente trovo il tempo per scrivere un nuovo blog! Tra scuola, basket e la mia rinomata pigrizia sono stato veramente impegnato questo ultimo mese. Si dorme poco, si studia il giusto e si gioca tanto basket, sfortunatamente solo durante la settimana perché quanto è tempo di giocare la pallacanestro quella vera, non sono uno dei primi ad essere chiamati in causa. Col tempo che passa le partite si fanno sempre più importanti e le rotazioni si restringono; sfortunatamente, come ho scritto l’ultima volta, ci sono ragazzi molti più forti davanti a me e i miei minuti in campo non aumentando troppo. Ma sapete cosa? Ho imparato a conviverci, perché sono sempre rasserenato dal fatto che qua ci si allena tantissimo e si migliora quotidianamente, durante la settimana marco ragazzi che probabilmente continueranno a giocare a basket e sono marcato da altrettanti. E’ sempre e sempre resterà un’esperienza fantastica. 
Dall’ultima volta che avevo scritto sono successe molte cose che hanno reso questa esperienza ancora più speciale, dal Natale (anche se lontano da casa) e al capodanno, a due North - South game di fila nel giro di due settimane.



French toast natalizio
Il periodo natalizio non troppo semplice all’inizio poiché è stato il primo senza la mia famiglia accanto, ma reso indimenticabile dalla famiglia che mi sta ospitando; sono persone veramente fantastiche che farebbero di tutto per mettermi il sorriso sulla mia, come dicono loro, “italianissima” faccia. Il momento di aprire i pacchi per me è arrivato una decina di giorni in anticipo quando, al ritorno da allenamento, in una fredda e buia serata di metà dicembre, ho ricevuto un “italianissimo” pacco (una dozzina di chilogrammi) riempito fino all’orlo di cibo tradizionale italiano: tagliatelle con ragù, spaghetti Barilla con pesto alla genovese, piadina in abbondanza, Gocciole in quantità, due bei pezzi di Parmigiano Reggiano e dolci di ogni tipo. Cosa può rendere più felice uno studente italiano all’estero che tanta pasta e piadina in un paese dove la definizione di cibo italiano è stata “abusata” col passare degli anni? Niente, questo era proprio quello che vi voleva per tenere alto il mio livello di fiera italianità. 
Il vero Natale invece l’ho vissuto molto serenamente consapevole che se avessi pensato a quello che mi stavo perdendo a casa (pasta al forno della nonna Maria e Pavesini con Nutella, cocco e caffè della nonna Tiziana) sarebbe stato solo peggio; perciò mi sono accontentato del tradizionale brunch di famiglia con French toast e caffè americano, che tra l’altro sono stati a dir poco spaziali!!! Il 25, come dice la tradizione, ci siamo svegliati alle 7 di mattina dopo che Santa Claus ha portato i regali durante la notte e abbiamo iniziato ad aprire regali di tutti i tipi, forme, gusti e chi più ne ha più ne metta. Da questo punto di vista mi hanno trattato come un figlio, e avendolo immaginato non mi sono risparmiato con i regali. Ho ricevuto un sacco di vestiti eleganti, cravatte e cravattini, dei quali non sono mai stato interessato e non mi sono mai serviti, e riceverli in America sembra un po’ un paradosso, ma il motivo è che ci è presentata più di una occasione nella quale ho dovuto indossare una cravatta e non me ne ero portata neanche una. Mi hanno regalato anche moltissime cose riguardati gli States e Terre Haute come felpe e maglie di Indiana State University, un libro autobiografico di Larry Bird, uno sul basket collegiale americano, un barattolo di 3 chili di burro di arachidi (che ho imparato ad apprezzare tantissimo con pane e marmellata), pantaloncini da basket e molte altre cose!!!
North - South game @ Terre Haute North 
Le vacanze poi sono trascorse nel migliore dei modi. La nostra squadra ha partecipato, come da tradizione, a un torneo molto popolare che ogni anno viene ospitato o da Terre Haute South (la mia scuola) o da Terre Haute North, dove si è tenuto queste vacanze. Ci sono partite dalla mattina alle 10 fino alla sera alle 7 e, indipendentemente dalle squadre in campo, le tribune sono sempre e costantemente piene di appassionati di basket che spesso e volentieri associano il loro post-Natale a questo popolarissimo evento. Classico tabellone americano, tutti giocano lo stesso numero di partite ma se ne perdi anche solo una ti precludi l’opportunità di vincere il torneo e finisci nel lato dei “perdenti”. Si inizia forte, siamo una delle favorite, giochiamo contro una squadra contro la quale l’ultima volta abbiamo vinto ai supplementari in trasferta… li distruggiamo, +25 e 5 schiacciate in una partita. Gli spettatori sono in delirio, e noi ci siamo presentati nel migliore dei modi. Io ho giocato qualche minuto qua e la e mi sono portato a casa un punto da tiro libero, ma comunque ero soddisfatto di aver potuto aiutare la squadra in qualche modo. Continuiamo a vincere e i miei minuti in campo sono sempre gli stessi, ma riesco a segnare un altro paio di punti nelle partite successive. Ci guadagniamo la finale per il 1°/2° posto, e come da pronostico risulta essere un North - South game. E’ tre anni di fila che la finale si ripete e l’anno scorso North ha vinto il torneo allo scadere, quindi questa è stata una motivazione in più per spingerci a portarla a casa. Purtroppo non sono entrato in campo, ma me la sono veramente goduta fino in fondo. Esperienza fantastica, irripetibile. Tutto esaurito, gente da tutte le parti, le “students section” (dove siedono gli studenti) sono piene e molto ma molto rumorose. E’ l’evento che tutti aspettavano, la partita è trasmessa in diretta sulle tv locali, allenatori e addetti ai lavori dei vari college, il sindaco, il sovrintendente delle scuole della contea, e altre 5000 persone sono alla partite. Inno nazionale, pronti … via! L’atmosfera è fantastica, il tifo è molto molto caldo ma correttissimo. La partita non è mai decisa fino alla fine, è un “botta e risposta” continuo. Noi siamo avanti di un punto all’intervallo grazie a una canestro all’ultimo secondo, ma mai dire mai. Si continua sugli stessi ritmi del primo tempo anche nel secondo. Come ci si poteva aspettare è una partita punto a punto e nessuno mollerà un centimetro fino alla fine. Tra time out e ottime giocate difensive ci ritroviamo pari alla fine dei regolamentari. E’ supplementare. Si gioca ad un ritmo molto adrenalinico e purtroppo con un paio di palle perse di troppo, il nostro sogno si infrange in due loro realizzazioni in contropiede. Ci troviamo sotto di 4, di tempo ce ne sarebbe stato ancora tanto, ma per un motivo o per l’altro ci disuniamo e la partita ci scivola via. Terre Haute North alza la coppa ed è grande festa, a noi tocca la coppa più piccola, ma è difficilissima da accettare tanto che è stata abbandonata nelle docce insieme a quella dell’anno scorso, mezza rotta e più che trascurata.
Ne usciamo con la consapevolezza che due settimane dopo l’anno nuovo avremmo giocato il vero North - South game, quello che vale per il campionato, e che se lo vinci ti porti a casa la Scarpa (una converse che ha una parte rossa con il nostro logo dei Terre Haute South Braves, e un’altra parte con il logo dei North Patriots)!!!
North - South game @ Terre Haute South
E’ un venerdì, è un’evento altrettanto atteso, la Scarpa (“The Shoe”) la custodiscono gelosamente da un’anno nelle bacheche della nostra scuola e questa è la prima volta che viene tirata fuori, è di nuovo in ballo, chi vince se la porta a casa. La palestra è piena esattamente come due settimane prima, gli studenti sono travestiti e carichi, appassionati di basket, addetti ai lavori, preside, sindaco e chi più ne ha più ne metta son tutti presenti. Commemorazioni pre-partita, ringraziamenti vari, e ancora una volta, inno nazionale, pronti e … via! Noi partiamo male e siamo sotto di una decina all’intervallo.
Terre Haute South student section: Presidents + Jungle

Alla ripresa del terzo quarto andiamo sotto fino al -25, ma ci vogliono solo 10 minuti per farci tirare fuori l’orgoglio e lo spirito di appartenenza verso la nostra scuola (e l’odio nei confronti dell’avversario) e ricuciamo lo scarto fino al -2. Nel quarto quarto la partita è in equilibrio e noi siamo in rimonta grazie a una paio di schiacciate e triple che fanno aizzare la folla. A pochi minuti dalla fine siamo sotto di quattro ancora ma non molliamo niente e facciamo si che l’ultimo minuto decida la partita. Dopo un timeout abbiamo la palla in mano e stiamo perdendo di due a pochi minuti dalla fine. Rimessa da fondo, il nostro top player va su per il tiro ma viene intercettato (fallo non fischiato) in fase di caricamento, la palla è ancora sua e ci prova ancora. Potrebbe essere il tiro che decide la partita ma la palla entra … e viene spuntata fuori dal ferro, infrangendo i nostri sogni e privandoci della tanto desiderata scarpa. Delusi e con l’amaro in bocca torniamo a casa ma siamo consapevoli di avere un’altra opportunità, l’ultima, che non possiamo fallire: tra meno di un mese ci saranno i “sectionals”, una specie di playoff ad eliminazione diretta, e molto probabilmente giocheremo ancora contro North. Win or go home.

Questa volta ho scritto di più di quanto scrivo di solito e più dettagliatamente a livello sportivo. L’ultimo blog ha avuto molto successo e sono felicissimo che le mie storie siano state interessanti. Sto cercando di trovare più tempo da dedicargli, anche perché è sempre un’ottima scusa per mettere nero su bianco tutte le esperienze che sto vivendo cosicché siano più semplici da ricordare. 
Spero di essere stato di intrattenimento, alla prossima!

Stay tuned!!!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravo Matteo!

Camillo
Rotary Ravenna Galla Placidia