8 ottobre 2015

Batta diario 3

Ciao a tutti ragazzi, ben ritrovati.
Come promesso rieccoci qui a 2 mesi e un po' dall'arrivo.
Anche questo secondo mese è stato pieno di avventure, divertimento, sport, sorrisi, sole e caldo, tanto caldo... California, insomma, e visto che le cose da dire sono davvero davvero tante, ma la voglia di annoiarvi è davvero davvero poca, cercherò di organizzare questo articolo nel più scorrevole dei modi; come altro iniziare se non con un po' di sano basket?
Come saprete le differenze sono molte rispetto allo sport in Italia e una delle più significative a mio modo di vedere è la tempistica della stagione. Nelle HS americane, il basket è considerato sport invernale: ciò significa che la stagione inizia solamente a Novembre e termina  a Marzo. Suonerà strano che nella culla del nostro amato sport, si giochi "solo" per una manciata di mesi l'anno. Ebbene si, la stagione di basket si svolge durante questi mesi, ma la cosa sorprendente è che i ragazzi, durante l'estate, continuano a giocare nelle varie summer leagues, viste come un vero e proprio momento di miglioramento e vivissima competizione. Ho la fortuna di andare in una delle migliori scuole dell'intera California dal punto di vista cestistico, alma mater di talenti NBA come Darren Collison (compagno di squadra del nostro Beli ai Kings per questa stagione) e del lungo Jeff Ayres (San Antonio Spurs). Ogni anno centinaia di ragazzi si presentano ai tryouts ad inizio ottobre per cercare di entrare a far parte della corte di coach Dave Kleckner. Per una serie di fortunati eventi, mentre giocavo in una palestra pochi giorni dopo il mio arrivo, uno degli assistant coaches della squadra era li e la faccio breve, dopo averci fatto due chiacchiere finita la partitella, mi ha invitato a partecipare agli allenamenti della squadra da metà agosto! Ero davvero felicissimo e sono stato accolto davvero bene dai ragazzi, con cui ho un grande rapporto. Dopo il primo allenamento che detto onestamente, mi ha lasciato in ginocchio, sono stato invitato da kleck a continuare a partecipare ed è così che organizzando studio, impegni familiari ed extrascolastici ho avuto la fortuna di partecipare ad una sessione di circa un mese e mezzo di allenamenti di un livello assurdo: giocare al fianco di giocatori che riceveranno offerte dai college di miglior fama e livello, accademico e sportivo (Florida state, Gonzaga, Pepperdine, UCLA, USC, Georgetown,..) è davvero divertente ed essere rispettato come giocatore mi rende orgoglioso. Tutti i ragazzi della squadra sono stati attentamente selezionati e reclutati dal coach e il suo staff dalle loro scuole medie, ed è anche per questo che entrare in squadra senza essere stati direttamente chiamati dallo staff è di fatto impossibile. Il marchio di fabbrica di questo basket, fatto di fondamentali, gioco di squadra e difesa individuale, è la fisicità assurda dei giocatori e la loro completezza tecnica. Sono l'unico giocatore bianco (o quasi :P) della squadra e allenarsi con ragazzi che possono vantare, uno per uno, un atletismo sopra la media è davvero stimolante e impone la crescita di ogni singolo. La squadra è composta dai 13 giocatori selezionati dallo staff, che hanno partecipato alla summer league della passata estate ed ogni allenamento di 2:30 si compone di 1:30 di fondamentali e situazioni dinamiche e 1 intera ora di "conditioning"- Correre, saltare, sudare e guai a chi prova a mollare. Sono davvero felice e orgoglioso di avere avuto la possibilità di allenarmi con questo gruppo fantastico di ragazzi, che mi hanno accolto benissimo e mi hanno davvero aiutato a migliorare. La parte triste di questo racconto, purtroppo, è che essendoci già un nucleo di 13 giocatori selezionati e cresciuti da questo staff, entrare a far parte della squadra che ormai è solida  e completa dalle passate stagioni sarà un'impresa difficilissima, ma non impossibile. Mi ricorda un po' la situazione dell'estate 2014, quando entrare a far parte della rosa della Silver era solo un sogno campato per aria, ma che dico aria.. stratosfera! ma con dedizione, sacrificio, sudore e ignoranza romagnola che non guasta mai, si raggiungono anche obiettivi che a guardarli da fuori sembrano impossibili.
 niente paura, omunque,  perchè se il coach dovesse decidere che un posto per un nuovo 14esimo in squadra non c'è, sarò parte di una squadra di una lega esterna, con la differenza che non c'è limite di età (un po' come il settore giovanile e le squadre pro) dove il livello rimane molto alto e con la possibilità di giocare tornei importanti e divertenti, tra cui uno dei più popolari nella west-coast, a Las Vegas, sicuramente una bellissima esperienza!

Ma al di la del basket, che per chi mi conosce sa benissimo essere la passione e l'amore della mia vita, l'esperienza che sto facendo e che condivido con un amico cosi importante e compagno di una vita, a cui auguro sempre tutto il meglio, è la crescita che impone e la completa scoperta di alcune prospettive che senza tutto ciò sarebbero rimaste nascoste chissà dove; la lontananza da casa, dagli amici, e bla bla bla, da ciò che qui chiamano "comfort zone" ci rende semplicemente ragazzi più maturi (non sono sicuro di quanto fossi maturo prima di partire, per quanto credessi di esserlo // x info chiedere a mia mamma) e migliori di ciò che eravamo.

 Senti che qualcosa di grande incomincia a cambiarti quando la risposta più frequente che ti dai davanti a sfide, anche assurde, è perchè no? basta avere il coraggio di provare, davvero, perchè sono abbastanza sicuro che quando mi girerò a guardare indietro a 20/30/40 anni, la maggior parte delle cose per cui mi mangerò le mani saranno quelle che non ho fatto, mai il contrario.

Just be whoever you want to be, don't let them say who you are.

E questo è quanto per il
diario del secondo mese, dalla caldissima California (40 gradi al 7 di ottobre... boh) , un abbraccio.


Alla prossima!
Batman

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